martedì, Novembre 5, 2024
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L’Osservatorio vesuviano

Fondato nel 1841 per volere di Ferdinando II di Borbone, l’Osservatorio è stato la prima struttura al mondo utilizzata per l’osservazione e lo studio del vulcanesimo. La sua sede originaria, un elegante edificio di gusto neoclassico progettato dall’architetto G. Fazzini, è ubicata sul Vesuvio, sul Colle del Salvatore, tra Ercolano e Torre del Greco, a 608 metri di quota. Il luogo scelto si mostrava particolarmente adatto, in quanto sufficientemente distante dal cratere da non essere raggiunto dai lapilli e dai proietti di grosse dimensioni, e abbastanza elevato sull’originario piano di campagna, tanto da non essere interessato dalle colate di lava che furono eruttate dopo la sua costruzione. Nel 1863 fu installato il primo sismografo del mondo. Nel 1911 Giuseppe Mercalli, nominato direttore, diede grande impulso agli studi sui terremoti; sua la scala di misurazione della loro intensità, ancora oggi in uso. L’Osservatorio Vesuviano approfondisce sia la ricerca vulcanologica sia la sorveglianza geofisica e geodinamica del territorio. La ricerca vulcanologica fa ipotesi sul comportamento futuro del vulcano basandosi sulla sua storia eruttiva; la sorveglianza geofisica e geodinamica rileva le variazioni e i cambiamenti provocati dagli spostamenti delle masse magmatiche verso la superficie. I risultati delle simulazioni hanno rilevato un’area a rischio di circa 700 km², suddivisi in zona rossa (20 km² – si prevede distruzione quasi totale, con colate piroclastiche, di fango, blocchi, bombe e lapilli) e zona gialla (500 km² – caduta di cenere, lapilli e carichi di 200 kg per ml. Complesse reti di rilevazione controllano non solo il Vesuvio, ma l’intera zona vulcanica partenopea che comprende anche i Campi Flegrei e l’isola di lschia. Negli anni ‘80 nella zona dei Campi Flegrei, ed in particolare a Pozzuoli, ci sono stati numerosi bradisismi che hanno provocato il sollevamento del suolo di 1,8 rn e l’evacuazione di circa 30.000 persone. Oggi tutto sembra essere tornato alla tranquillità: le uniche attività evidenti sono piccole fumarole dentro e fuori dal cratere del Vesuvio, nella zona dei Campi Flegrei e nell’isola di Ischia.
Attualmente la sede storica dell’Osservatorio è anche museo di vulcanologia. Sono raccolti strumenti scientifici di notevole valore storico, utilizzati da scienziati e ricercatori nel corso dei secoli. Inoltre vi sono conservate preziose collezioni di minerali e rocce, e una pregevole raccolta di sculture e dipinti del XIX secolo. La biblioteca storica del museo  conserva testi di vulcanologia, sismologia e meteorologia, e una collezione di volumi del XVI e XVII secolo. Dall’aprile 2000 il museo ospita la mostra “Vesuvio 2000 anni di osservazioni”, organizzata e realizzata dall’Osservatorio Vesuviano in collaborazione con il Dipartimento di Protezione Civile. La mostra è visitata da oltre 10.000 persone all’anno, di cui oltre il 90% studenti delle scuole medie inferiori e superiori. La mostra conduce il visitatore attraverso un percorso nel mondo dei vulcani e del Vesuvio. In particolare: illustra i vari tipi di eruzioni e i relativi pericoli; descrive come si ricostruisce la storia di un vulcano; consente di osservare in tempo reale i dati sismici. Nella mostra sono utilizzati strumenti espositivi quali pannelli, filmati, illustrazioni, monitor con segnali sismici in tempo reale, strumenti storici, libri reperti archeologici. Le visite alla mostra sono accompagnate da personale specializzato. L’accesso è gratuito. Per ulteriori informazioni: