venerdì, Aprile 26, 2024
Il vulcano

Il parco

Il Parco Nazionale del Vesuvio nasce ufficialmente il 5 giugno 1995. Viene istituito al fine di conservare le specie animali e vegetali, le associazioni vegetali e forestali, le singolarità geologiche, le formazioni paleontologiche, le comunità biologiche, i biotopi, i valori scenici e panoramici, i processi naturali, gli equilibri idraulici e idrogeologici, gli equilibri ecologici. Le finalità vanno anche all’applicazione di metodi di gestione o di restauro ambientale idonei a realizzare una integrazione tra uomo e ambiente naturale, anche mediante la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici e delle attività agro-silvo-pastorali e tradizionali; alla promozione di attività di educazione, di formazione e di ricerca scientifica, anche interdisciplinare, nonché di attività ricreative compatibili; alla difesa e ricostituzione degli equilibri idraulici e idrogeologici. Nel caso del Parco Nazionale del Vesuvio i compiti e le valenze si fanno decisamente più ampie tenendo in conto il fatto che si tratta di dover difendere e valorizzare il vulcano più famoso del mondo, ma, nel contempo, anche uno dei cinque vulcani più pericolosi al mondo per la fortissima conurbazione urbana che negli anni si è andata formando intorno ad esso, irrispettosa delle leggi che proibivano la realizzazione degli edifici. Il Parco Nazionale del Vesuvio rappresenta quindi un’anomalia nel panorama dei Parchi naturali europei, una sorta di scommessa dell’ambientalismo mondiale tesa a recuperare la selvaticità e il fascino del Vesuvio e del Monte Somma, strappandoli all’incredibile degrado cui erano pervenuti e restituendoli al godimento delle attuali e future generazioni, a cui, in ultima analisi, appartengono.

Ambiente: I territori vesuviano e sommano si differenziano per alcuni aspetti ambientali e si accomunano per altri, in particolare per la forte antropizzazione che caratterizza i versanti più bassi di entrambi i rilievi. Per quanto attiene le differenze, va detto che il primo si presenta più arido e assolato, con una tipica vegetazione spontanea di tipo mediterraneo, pinete artificiali e boschi di leccio, con questi ultimi che stanno lentamente recuperando rispetto ai pini e che pertanto stanno riformando la splendida foresta mediterranea; il secondo è più umido con una vegetazione boschiva che ricorda quella di tipo appenninico, con boschi misti di castagno, querce ontano, aceri e lecci; tra questi si incontra, anche se raramente, la splendida betulla, presenza davvero inconsueta in un ambito mediterraneo. La colonizzazione dei suoli lavici, ha inizio poco dopo il raffreddamento ed è dovuta al lichene Stereocaulon vesuvianum, che ha forma di corallo, colore grigio ed è il primo essere vivente a insediarsi sulla lava raffreddata preparando il suolo per l’attecchimento delle piante. Ricopre interamente le lave vesuviane e le colora di grigio, facendo assumere alla lava riflessi argentati nelle notti di luna piena. L’elenco floristico comprende ben 906 specie diverse. Tra queste sono da evidenziare presenze di grande interesse, quali ad esempio, l’Acero napoletano, l’Ontano napoletano, ed Helicrhysum litoreum, particolarmente frequente sul Vesuvio. Da segnalare anche l’alto numero di specie di orchidee, ben 23, e la ginestra, presente anch’essa in diverse specie: Genista tinctoriaGenista aetnensis, quest’ultima importata dall’Etna nel 1906 e oggi ampiamente distribuita su tutto il territorio vesuviano.

La fauna: La fauna del Parco è particolarmente ricca e interessante. Tra i mammiferi spiccano la presenza del Topo quercino, fattosi raro in altre parti d’Italia, del Moscardino, della Faina, della Volpe, del Coniglio selvatico e della Lepre. Più di cento le specie di uccelli tra residenti, migratrici, svernanti e nidificanti estive. Da segnalare le nidificazioni di Poiana, Gheppio, Sparviere, Pellegrino, Upupa, Tortora Colombaccio, Picchio rosso maggiore, Codirossone, Passero solitario, Codibugnolo, Picchio muratore, Corvo imperiale, Cincia mora. In inverno frequentano il Parco tra gli altri la Beccaccia, il Codirosso spazzacamino, il Torcicollo, il Tordo bottaccio, il Lucherino. Nel periodo delle migrazioni transitano Beccafichi, Sterpazzoline, Balie nere, Codirossi Monachelle, Luì verdi, Rigogoli, Gruccioni, Succiacapre e tantissime altre specie, molte delle quali provenienti dai quartieri sud-sahariani di svernamento. Tra i rettili sono da citare il colorato Ramarro, l’innocuo serpente Biacco e l’Emidattilo verrucoso. Interessante la presenza, tra gli anfibi, del Rospo smeraldino. Tra gli invertebrati vanno citate le coloratissime farfalle diurne e notturne che frequentano in gran numero le fioriture della flora mediterranea vesuviana.

Agricoltura e artigianato: L’agricoltura vesuviana, grazie al suolo lavico ricco di minerali, all’ottimo drenaggio e al clima mediterraneo, è da considerarsi unica per varietà di produzioni e per originalità di sapori. Per la frutta costituiscono prodotti tipici le albicocche e le ciliege. Tra le circa cento specie di albicocche esistenti le più conosciute sono la Pellecchiella, che è considerata la migliore per il suo gusto particolarmente dolce e per la compattezza della polpa, la Boccuccia liscia di sapore agro dolce e la Boccuccia spinosa, così detta per la buccia meno liscia, la Cafona, la Carpone con sapore zuccherino. Tra gli altri cultivar, tutti molto gustosi, sono da ricordare: Baracca, Vitillo, Monaco bello, Prete, Palummella. Le ciliege, meno numerose, sono coltivate per lo più alle falde del Monte Somma. Tra le più famose ricordiamo la Ciliegia Malizia, con polpa rossa e consistente dal gusto succoso e aromatico e la Ciliegia del Monte che è considerata la migliore da tavola: ha colore giallo e rosso e la polpa è chiara succosa e profumata. Altro prodotto tipico sono i famosi Pomodorini da serbo. Sono di piccole dimensioni, tondeggianti, con una caratteristica punta alla base e hanno un sapore dolce-acidulo dovuto alla particolare concentrazione di zuccheri e sali minerali.Vengono raccolti acerbi in estate e conservati legati ad uno spago attorcigliato a cerchio. Riposti in luoghi asciutti e lontano dai raggi del sole, maturano lentamente, conservando la polpa gustosa e succulenta, protetta dalla buccia che appassisce. I grappoli di pomodorini così raccolti sono detti piennoli. Vengono usati sulla pasta, sulla pizza e fanno ottimi sughi per il pesce e la carne. Il complesso vulcanico del Somma-Vesuvio è inoltre famoso (e lo è fin dal tempo degli antichi romani!) per la bontà dei suoi vini. Alle falde del vulcano sono coltivate l’uva Falanghina del Vesuvio, la Coda di Volpe (chiamata localmente Caprettone) e il Piedirosso del Vesuvio, dalle quali si ricava il famoso Lacryma Christi, un vino dall’odore gradevolmente vinoso e dal sapore secco e aromatico. Si vinifica nelle varietà di rosso, rosato e bianco e diventa DOC quando raggiunge i 12 gradi alcolici. Un cenno particolare va fatto all’uva Catalanesca ottima uva da tavola per la sua polpa carnosa e zuccherina, che si coltiva in piccole quantità per lo più alle falde del Monte Somma. A livello familiare se ne ricava un vino singolare dal colore opaco e retrogusto forte. Tra gli ortaggi sono da segnalare, oltre ai finocchi e alle fave, i cosiddetti friarielli, broccoli dal gusto forte e amarognolo che nella cucina napoletana condiscono pasta, carne e pizza. Per la frutta secca sono eccellenti le noci e le noccioline. Da assaggiare tutti i latticini e in particolare, oltre alla classica mozzarella, il fior di latte e la provola. Diffusa anche la produzione del miele. L’artigianato vesuviano ha radici antiche. Porta con sé le tracce di una attività gloriosa, al limite dell’arte, e che talvolta si è addirittura confusa con essa dando notevole impulso ad un vero e proprio artigianato artistico. Riconosciuto e apprezzato per la qualità della lavorazione e l’uso di materiali fortemente compromessi dalla presenza di un vicino così tanto dirompente, l’artigianato vesuviano è frutto di tenace lavoro: coralli e cammei, pietra lavica, rame e metalli vari sono montati o incisi, scolpiti, forgiati da abili mani guidate da una sincera passione. Grazie anche al recupero e l’utilizzo funzionale dei luoghi storici (Ville Vesuviane) la produzione artigiana sta oggi superando l’antica diffidenza per l’associazionismo vincolandosi e promuovendo i suoi prodotti ai più alti livelli internazionali.

I comuni del parco: Sono 13 i Comuni interessati dai confini del parco nazionale, tutti ricadenti nella provincia di Napoli: BoscorealeBoscotrecaseErcolanoMassa di SommaOttavianoPollena TrocchiaSant’AnastasiaSan Giuseppe VesuvianoSan Sebastiano al VesuvioSomma VesuvianaTerzignoTorre del GrecoTrecase.